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FESTA DI SAN COSTANZO E LA LUMINARIA DELLA VIGILIA.

SFILANO IN TANTI NELLA FREDDA SERA,  al vespro di gennaio. Ma un tempo sicuramente sfidando un percorso innevato, tra fiaccole e lumi di cera a rischiarare il buio della città e delle coscienze. Quando le processioni erano atti penitenziali a chiedere protezione, a innalzare inni e preci al cielo. Era lunga la via dalla Cattedrale  di San Lorenzo sino alla chiesa di San Costanzo, la zona dove in origine fu sepolto il martire, chiamata “Areola fuori Porta San Pietro”, nel pomoerium, cioè post-merium, dopo le Mura. La chiesa fu titolata al santo nel 1205.“Nell’anno 1205, Indizione VII per la festa di San Luca evangelista, è stata dedicata la Chiesa di San Costanzo ad onore di Santa Maria, di tutti i Santi e Sante di Dio, del beato Costanzo ed Eusebio, del beato Michele Arcangelo, di San Giovanni Battista e di San Nicola. Il presbitero Alessio fece fare” si  legge nell’ iscrizione latina sul fronte della lastra marmorea che fa da sostegno al tabernacolo

 

LA LUMINARIA è ufficialmente attestata già dal dicembre del 1310, quando i Magistrati che governavano il Comune di Perugia cioè il Consiglio dei Priori “Ordinano di dare al Clero cittadino, ai Rettori dei 44 Collegi della città e a quanti hanno una rappresentanza civica, una candela per la Processione de’ Lumi, solita farsi la vigilia della solennità di San Costanzo, il 28 Gennaio al vespero” quando la città si illuminava con centinaia di torce e candele portate dai fedeli per la processione. Tutte le corporazioni dovevano partecipare alla processione, “pena una multa di 10 libbre di moneta cortonese di fatto”.

 

I FIGURANTI dei 5 Rioni perugini di "Perugia 1416" hanno preso parte alla Luminaria di quest’anno, insieme alla reggenza comunale guidata dal Sindaco, ad altri rappresentanti delle istituzioni e al Clero cittadino. In cielo i vessilli lanciati dagli sbandieratori di Gubbio e di Sansepolcro con i loro acrobatici virtuosismi. Ogni Rione ha portato un dono simbolico: un cero, una corona d’alloro, incenso, un torcolo di San Costanzo, una brocca di vin santo, sfilando con l’omaggio in analogia con le caratteristiche di ciascuno: il cero al Rione del fuoco, Porta Sant’Angelo; la corona di alloro al Rione della frutta e degli ortaggi, Porta Eburnea; l’incenso al Rione dell’antica cattedrale, ora Abbazia e Basilica Benedettina, Porta San Pietro; il torcolo al Rione dei molini e delle farine, Porta Sole; la brocca con il vin santo, l’unico dono liquido, al Rione del Lago, Porta Santa Susanna. Al termine la chiesa di San Costanzo patrono della città e dell’archidiocesi, ha accolto i tantissimi perugini per i Vespri solenni, presieduti da S. Em. il Cardinale Gualtiero Bassetti, tutti riuniti in una  “preghiera corale che possa donare serenità ai tanti fratelli e sorelle terremotati e provati in questo periodo dalle forze della natura”.

 

Costanzo, simbolo di lealtà e fermezza nella fede, primo vescovo perugino e antico martire del II secolo.

 

 

marilena badolato

AUTHOR - Marilena Badolato