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FESTIVAL ASSISI NEL MONDO: UNIVERSITA’ PER STRANIERI PERUGIA

Un lungo concerto, una storia di vita in musica, qui nell’Aula Magna dell’Università per Stranieri, quella del professore e pianista Stefano Ragni e di coloro che sono stati allievi o professori della stessa Università, o che sono passati di qui come composer in residence, e che oggi amano ricordare quegli anni la città l’università. Bellissimo l’abbraccio finale, ogni volta, tra compositore e autore, tra due amici ugualmente emozionati, chi crea dal nulla e chi crea interpretando al momento, per noi, stasera. La musica in fondo è vita e la vita si vive anche al momento. Il professor Ragni dirige l’intera serata con cultura, conoscenza, curiosità  legate ai singoli pezzi. Diventa così un concerto diverso, molto personale, di note e parole, parole e note, battute e affabulazioni. Scorre con le note la vita di questi artisti. Si inizia con Marcello Filotei e il suo Adagio, del 2008, musica dodecafonica, dura e pura della sua giovinezza, confesserà Ragni, che sogna un concerto di soli adagio, only slow time, con un  bel succo di kiwi! Mi piace questo maestro, il kiwi verde e salutare rimanda al concetto di ben vivere. Il secondo pezzo, Adagio doppio (2010), è di Sten Melin, compositore svedese con casa a Cortona, un “ tempo cortonese con scampanio finale”;  il terzo compositore è Giacomo Setaccioli, professore anche lui della Scuola di musica della Stranieri, con un Pezzo lirico del 1925, cromatismi, undicesime che si avvincono le une sulle altre, con evidenti influssi della Manon Lescaut pucciniana; segue Paolo Ciacci con due pezzi Nel canto e D’Umbria Riverbero (2008), immagine dell’Umbria guerriera medievale; poi Maurice Cardinaux con Trois pieces op.15 sui ragni, Les Araignèes pour piano (2009), va suonato con otto dita spiega il brillante e omonimo M° Ragni: nel primo pezzo il ragno aspetta immobile l’insetto, poi velocissimo, e velocissima cascata di note, piomba sulla preda; nel secondo pezzo i  ragni maschi mangiano i piccoli, che fuggono spaventati da ogni parte, e li sentiamo veramente velocemente fuggire in ogni dove; nel terzo pezzo il ragno argironeta,  il ragno-sub, scende sott’acqua in una bolla d’aria e si nutre della micro fauna locale, bella idea del movimento dell’acqua con le piccole ondulazioni liquide; segue Lucio Canu con Angelu Ruju (fantastico vino sardo), un pezzo nato casualmente dall’amore per la propria terra, che si avverte nelle danze sarde sacre e pagane, fraseologia degli antichissimi  riti della danza, una fiaba popolare in musica. Ecco la Sardegna del mare ma anche la Sardegna dell’entroterra, dei riti forti cruenti sanguigni,  ritmo da historia, ritmo ossessivamente cadenzato che ritorna e ritorna, molto coinvolgente, storie del mito:  si placa di nuovo e di nuovo ritorna e racconta una fiaba di luoghi antichissimi. Ora Toby Young geniale ragazzo inglese con madre musicista, in Italia, in Umbria, alla Stranieri. Anche lui, con due pezzi, Composer in residence, del 2009, e Un inglese in Italia (2007),  come un americano a Parigi, commenta il professore Ragni, si sente il rumore dei passi lungo Perugia e il ritmo di Gershwin; Egidio Flamini altro compositore presente in sala con noi stasera, con La Tomba di San Francesco: entriamo alle sei del mattino dentro il sacello ad Assisi, le note iniziali sono proprio le note dell’alba, un suono-cantico che sa di amore di gioia di natura. Il giorno avanza, avanza la luce in crescendo di ritmo, grande armonia, un concerto di note del creato. L’opera di Tommaso da Celano è certamente più bella ora; nel suo secondo pezzo Giardino Segreto, invece vi sono due strade,  parallele, per arrivare ad un luogo di delizia. Luogo d’acqua. La Cascata delle Marmore, fantastica cascata di note: l’acqua che scende copiosa limpida chiara e avanzando gira e ritorna e si infrange  e di nuovo ristà. Musica d’acqua irruenta, ma l’abbraccio d’amore di Nera e Velino finisce, ritorna il  ritmo più lento, ritorna la strada. Che bel paesaggio questa valle incantata; Alberto Bustos ora, argentino, col suo tango, Aire de Tango (2010), quello vero di maschi che si sfidano a duello, cruento violento  e poi Milonga del Sur, del 2011, sempre della terra dei gauchos. Segue lo svizzero Frederic Bolli, che viene a Perugia anche lui come composer in residence e scrive La Voce di Garibaldi una milonga ri-baldina (2012), attacco autorevole, stentoreo, sintetico come la voce di un generale. Bellissimo finale a colori con le poesie di Umberto Raponi, funambolico satirico umorista e grafico: arriva infatti la prima esecuzione assoluta del M° Stefano Ragni per Il Cielo dipinto sul lago, opera di Fabrizio De Rossi Re, liberamente ispirata alla poesia di Umberto Raponi, Case Sparse 35, Monte del lago- Paesaggio Umbro. Questo cielo dipinto sul lago sono note sparse sull’ironia lieve e poetica di Raponi…il grande disco rosso affondò improvvisamente nel lago…dapprima sfiorò gli olivi argentati, sorprese i pioppi tremuli in un brivido di gioia- gioia e dolcezza anche in musica-… un andirivieni di nuvole sul lago…ovazione cromatica di gerani sulle scale di pietra infocate…

Ovazione cromatica anche la nostra a questa splendida serata, al pianista e relatore Stefano Ragni, a tutti gli artisti presenti in sala, e a Laura Musella, elaborazione sovrintendenza e organizzazione del progetto Omaggio all’Umbria, per il Festival Assisi nel Mondo.

FESTIVAL ASSISI NEL MONDO   Progetto OMAGGIO ALL’ UMBRIA

Università per Stranieri  Aula Magna  Giovedì 26 Aprile 2012  ore 21

Marilena Badolato        maribell@live.it

AUTHOR - Marilena Badolato