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IMAF CHEFS’ CUP: CINEMA E GUSTO A TAVOLA. RISTORANTE COLLINS’ HOTEL BRUFANI- PERUGIA

Imaf Chefs’ Cup, sembra una regata velica, ma non lo è. O quasi. E’ comunque un Tour gastronomico stellato, con grandi chef che si misurano su un tema che tocca le corde dell’Arte con la maiuscola, che significa letteratura, pittura, scultura, musica, cinema, fotografia. La coppia vincitrice del Tour sarà annunciata durante la ottava tappa, a Napoli a bordo di una nave da crociera MSC, e la finale si terrà a settembre negli Stati Uniti, a San Francisco, durante la America’s Cup. Quindi una certa attinenza con le vele in fondo c’è. L’evento prevede la sfida tra quattordici chef stellati in sette tappe italiane, siti della catena SINA Fine Italian Hotels. Nella nostra serata perugina, al Ristorante Collins’dell’Hotel Brufani Palace, sarà cinema: Miseria e nobiltà, celebre film con Totò del 1954, e Il pranzo di Babette del 1987, riproposti, con un avvincente Cooking Show, nei piatti degli Chef Rosanna Marziale, del Ristorante Le Colonne – Caserta e Stefano Cerveni, del Due Colombe – Ristorante al Borgo Antico- Borgonato di Cortefranca – Brescia, insieme al resident Chef dell’Hotel Brufani Marco Faiella: i primi proporranno creazioni culinarie secondo il tema che alternerà piatti di “squisita povertà” nati dallo sposalizio tra autentici pomodori San Marzano e mozzarella Dop di bufala campana, a “piatti nobili” a base di foie gras e tartufo; il secondo proporrà, supportato dalla propria brigata di sala e di cucina, un menù studiato in quattro portate che esalteranno i sapori della terra e della cultura gastronomica. Spuma di uovo pochet al tartufo con vellutata di asparagi; Gnocchi di ricotta e spinaci con ragù bianco di piccione; Filetto di vitello in rete di alloro su zuppetta di fagiolina del lago; Crescionda spoletina con crema di vaniglia. Dove è ben visibile la nostra storia umbra a tavola.

La gara riproporrà i temi dei due capolavori, ambedue trasposizioni cinematografiche di grande successo: Miseria  e nobiltà, in origine opera teatrale di Eduardo Scarpetta, e Il pranzo di Babette, di Karen Blixen. Il primo basato sul contrasto tra l’ apparire e l’essere, tra la nobiltà napoletana che rifiuta d’imparentarsi con gente plebea e invece i napoletani popolani che hanno fatto fortuna e sarebbero ben lieti di avere parenti di nobile lignaggio. Percorsa anche dal tema atavico della fame, punto di riferimento di un teatro che deriva direttamente dalla Commedia dell’Arte, Miseria e nobiltà coniuga la drammaturgia classica con quella comicità strepitosa basata sugli innumerevoli intrecci. E così con Totò, grande maschera plebea nella trasposizione cinematografica, viene ripresentata quella commedia ricca di colpi di scena che l’autore, Eduardo Scarpetta, aveva timore di rappresentare, temendo in una cattiva accoglienza da parte del pubblico. Sarebbe invece diventata una delle commedie più celebrate del teatro napoletano, inclusa nel repertorio di generazioni di comici, conosciutissima dal pubblico che rese proverbiali certe sue battute. Con quel lieto fine che ci appare di sapore partenopeo dove tutti si ricongiungono in armonia. Nel Pranzo di Babette all’iniziale inopia e povertà del paese e della protagonista, si sostituirà, grazie alla sontuosità pervasa di romanticismo di un pranzo fantastico che svelerà la vera identità di Babette stessa, una vera estasi del palato che chiuderà armoniosamente la storia. Aiutati dalla bontà del cibo e dall’amore con cui i piatti sono stati cucinati, tutti diventeranno felici e riaffioreranno, con l’assaggio di splendide quaglie en sarchopage, i ricordi del Café Anglais di Parigi, dove cucinava uno chef donna,  poi sparita nel nulla, una persona che riusciva con la sua cucina  a trasformare ogni banchetto «in una avventura amorosa». I commensali saranno sedotti ed inebriati dal pranzo che Babette – è proprio lei infatti la cuoca del Café Anglais– organizzerà per poter nuovamente esprimere il suo talento e la  sua passione. Troveranno, grazie a quelle prelibatezze, la forza per superare le discordie che li dividevano, danzando tutti insieme sotto il cielo stellato. Nella “chiosa a lieto fine” possiamo identificare e riallineare i due capolavori cinematografici, dove il CIBO sembra far riconquistare una PERDUTA ARMONIA.

A me e agli altri giurati scoprire se la stessa armonia sarà nei piatti, nelle preparazioni degli Chef della serata, insieme ovviamente alle notizie e curiosità enogastronomiche sulle materie prime e sugli abbinamenti.

“Torno nella miseria, però non mi lamento: mi basta sapere che il pubblico è contento”. Con questa battuta di Felice Sciosciammocca, interpretato da Totò, che ritorna popolano dopo essere stato un finto nobile e con quel famoso screenshot, fotogramma che lo immortala con gli spaghetti in mano secondo anche l’antico, storico uso partenopeo di chi la pasta l’ha creata prima dell’avvento della forchetta, potremmo presentare la nostra serata all’Hotel Brufani, una serata dedicata al gusto e al cinema… con la speranza che il pubblico sia contento.

IMAF CHEFS’ CUP – COOKING SHOW MERCOLEDI’ 29 MAGGIO 2013 ore 20

RISTORANTE COLLINS’ HOTEL BRUFANI PALACE –PERUGIA

marilena badolato maribell@live.it

AUTHOR - Marilena Badolato