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NATINO CHIRICO: UN INVINCIBILE. ARTE E CINEMA AL CERP-ROCCA PAOLINA-PROVINCIA DI PERUGIA

La mia Terra, olio acrilico e foglia d’argento, opera del 2011. Grande nella sua fisicità, la Calabria appare coloratissima, quasi a significare l’enorme variabilità di ricchezza della sua storia e civiltà. Idee e sogni di speranze colorate. E’ la terra dove è nato l’artista che oggi vive e lavora a Roma.

Charlie Chaplin occupa molta parte della Mostra e della mente di Chirico per la sua umanità, rivela l’autore. E’un Chaplin in bianco e nero, da cinema muto, carbone ed essenza di trementina, oppure olio e acrilico su sfondo fantasticamente rosso, rosso materico che dà movimento. Charlot della bombetta e del bastone, “ corona e scettro” li definisce l’artista. Dal più realistico, al più colorato da tante nuances che lo ricoprono completamente, sino alle sagome che giocano sulle pareti del CERP con il celebre bastone che fuoriesce talvolta dalla tela, tanto che vien voglia di afferrarlo per far apparire il Chaplin in carne ed ossa. E in mezzo al lungo corridoio tre Chaplin ad altezza naturale, in metacrilato trasparente, sembrano le silhouette di guardiani-sentinella di tutta la Mostra.

I tuffatori, realizzati per il Circolo Aniene di Roma, diventeranno poi altro materiale iconografico e autobiografico nell’ansia di libertà che esprimono. Tuffatori in mari splendidi di giallo o di bianco squillante con schizzi d’acqua violetti o di mille bolle, ma anche tuffatori nell’aria, nel vuoto sidereo dato dagli specchi che riflettono la luce o dal metacrilato che annulla lo spazio ed evidenzia le figure precisamente simmetriche. Libertà, elemento essenziale di vita, confessa l’artista.

Sempre autobiografico appare il Don Chisciotte. E’ solo. Sagoma nera nella gialla immensità, si  staglia netto in sella al suo Ronzinante. In altre opere gli appare accanto il fedele scudiero di vita che ne condivide i sogni e la lucida follia. Ma questo non vincitore diventa un invincibile, il fatto che il sogno lo connoti, lo ha reso immortale, perché i sogni, nella loro perenne speranza di attualizzazione, non muoiono mai. La fisionomia da famosa diventa naturale, si connota come uno di noi, e come simbolo assurge a realtà dell’irreale, la chiamerei una metastoria naturale, se non fosse un’antinomia.

Tanti Fellini, tutti in movimento, appaiono in una grande opera del 2008 dedicata al regista, carbone ed essenza di trementina su carta intelata. I Fellini interagiscono tra loro, l’uno cammina sull’altro, le gambe quasi intrecciate in simmetrici passi, a simulare perenne movimento di corpo, di mente, di idee. Di genio. Altro grande regista Vittorio De Sica, olio acrilico e tecnica mista su tela, appare in fotogrammi di suoi film conglobati dal colore:il viso è circondato da tinte di luce di forza che donano grandiosità, l’ oro, il rosso, il bianco, l’argento.

Nella Galleria dei Grandi del cinema l’autore infila anche i suoi autoritratti degli anni ’80. Gioca e rappresenta se stesso: insieme al suo doppio in L’artista e il suo doppio, insieme ai suoi pezzi in Frantumazione, studio di mani tronco e gambe, o nei suoi oggetti, come la matita o i tubetti di colore o in Le mie scarpe, scarpe d’artista con milioni di schizzi di vernice. Di fronte perfettamente allineati, di carbone e gessetti in carta intelata, Massimo Troisi, Nino Manfredi, Carlo Verdone, Carlo Delle Piane, Pupi Avati, Vittorio Gassman, Michelangelo Antonioni, Luchino Visconti, Federico Fellini, splendide interpretazioni di ritratti con alcune pennellate a definire gli occhi, o la bocca di rosso accennata.

Poi le donne del cinema, tutte uniche, Sofia Loren, Giulietta Masina, Alida Valli e tante altre. Che bella Anna Magnani così intensa su fondo arancio, Lei con i suoi colori scuri di italianità di sempre, sarà carbone e inchiostro su carta, o nelle sagome trasparenti che rivelano la corsa più famosa e disperata del capolavoro Roma città aperta, con la bocca spalancata nel celebre grido straziante.

Uscendo l’opera L’Italia che vorrei conclude la Mostra, un puzzle di colori è la nostra penisola, tanti colori squillanti. La vorrei così, a colori, mi dice l’artista,

Come tutti noi.

“Ho sognato sul cinema, perché il cinema è colore, è movimento: cinema e pittura si fondono e confondono “ Natino Chirico

CERP-Centro Espositivo Rocca Paolina- Perugia

Natino Chirico L’Immagine nel cuore Opere 1972-2012

19 gennaio -17 febbraio 2013

marilena badolato    maribell@live.it 10 febbraio 2013

AUTHOR - Marilena Badolato