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ANTONIO FIORE: UNO “TSUNAMI COSMICO” DI COLORI. AL CERP ROCCA PAOLINA

UFAGRA’ trovi scritto sopra uno dei suoi razzi multicolor, saette rivolte verso lo spazio siderale.  Esplosioni di colori, pieni, squillanti. Movimento continuo verso l’apice, il culmine, il punto più alto di ogni Cielo. Significa Universo Fiore Agrà,  personalizzando il nome attribuito dal futurista Sante Monachesi nel primo manifesto del 1964,  che voleva superare il dinamismo aeroplanico verso un’idea di penetrazione e slancio cosmico, quindi agravitazionale. Una forma insomma fluttuante in un universo di geometrismi astrali. Esplosivi movimenti di colore, a stento compressi nella tela, a stento fermati alle pareti. Infatti pannelli cercano di trattenere le opere alle pareti del CERP, qui alla Rocca Palina dove sono collocate per la Mostra. La cornice sarebbe inadeguata a fermarne il carattere plastico  che invade il pannello proiettandosi idealmente verso l’ambiente, verso me spettatrice, fino a trascinarmi dentro, al centro del quadro. Una “scultura d’ambiente” in cui la figura si apre a una “liberazione” verso lo spazio circostante, quello fisico della sala, e verso quello siderale del tema concettuale.

FUGHEPLASTICHENELLOSPAZIO, varie Tempeste cosmiche, le numero 1- 2- 3- 4, sono veri Tsunami di colori. La Tempeste cosmiche segnaletiche in rilievo, sono acrilici su legno intagliato per dare più plasticità ad un’idea già plastica e a colori che non vogliono fermare il pensiero, tanto sono pieni e squillanti e poco propensi alla meditazione: un tornado di fulmini e saette,  tutte arricchite dal puntinismo. Tavolozze urlate e artificialmente volute, basate sull’uso denso di colori primari e binari: rosso giallo blu verde viola arancio.  Del futurismo c’è questa sintesi plastica e dinamica incentrata su forme geometriche dai colori squillanti, che bucano la tela. “ Vogliamo che il quadro esca dalla sua cornice e la  scultura dalla sua campana di vetro…a tal fine faremo apparire nel cielo forme artificiali, arcobaleni di meraviglia, scritte luminose…” già recitava nel 1948 il Manifesto dello spazialismo futurista. In nome sempre di un’idea del mondo come energia e movimento. E dopo niente sarà stato più come prima.

QUADRI E MESSAGGI UFAGRA’. In questa Sala dove le tele sono anteriori e appartengono al periodo futurista dell’artista parolibero, appaiono messaggi  dove in forme libere e surreali si parla di grandi temi: Innocenza e Amore Agrà, acrilico del 1979,  Amore contro Violenza, acrilico del 1982,   Diritti dell’Uomo Agrà, del 1983, dove i colori si fanno più tenui e sfumati,  Speranza, del 1986. Al centro della stanza una stupenda Colonna Ufagrà, alta un metro, di acrilico su legno con le mille frecce multicolori

Le FORESTE COSMICHE SEGNALETICHE si aprono con Battaglia cosmica, del 2005, tecnica mista su tela di grandi dimensioni, 200×300:  una Ufo-Fuga dal presente, dove missili solcano l’azzurro in una miscela esplosiva e un razzo color acciaio taglia i cieli verso un infinito Bang dove manca, a suggello, solo la  scritta del fumetto. In Intrusione 2010 nel cosmo futurista, l’elemento estraneo è rappresentato da un piccolo modellino di aeroplano che taglia, da destra, i cieli in mezzo alle tempeste. Invece in Dalle tenebre alla luce, tecnica mista su tela del 2011, dalle consuete tenebre e rivolgimenti cosmici si apre palesemente un varco verso la luce, una speranza d’infinito, cielo solcato da voli di gabbiani o colombe dopo il Diluvio Universale. Qui appare il messaggio di un consapevole sentimento di raggiunta spiritualità. Sarà infatti ARTE SACRA UFAGRA’ che si concretizza in Maternità, acrilico su tela del 1990 una “ arrotondata nella forma” Madonna con bambino, e in Madonna Addolorata Ufagrà dove l’icona tradizionale della Madonna addolorata, trafitta dai pugnali di tutti i dolori del mondo, viene portata in un cielo di azzurrissimo colore, da razzi di luce. E la luce si ferma, solo questa volta, sotto forma di  aureola a vestirne il capo. Una raggiunta religiosità sprizza sincera da queste opere, non solo fideistica, ma intelligentemente consapevole di una pace raggiunta.

Per la Sala di CAMPI TOTALI DELLO SPAZIO, Ondata cosmica, un acrilico su tela del 1996, si arricchisce di nuove rotondità, mentre Axis Mundi del 1997, ha un qualcosa di mitico e mistico insieme.

E ancora opere con le consuete frecce blu, rosse verdi gialle, che sorvolano un Cosmo più o meno puntinato, striato e più o meno abitato da astri, stelline o persino fiori extra siderali. Oppure le SCULTURE presenti, plastiche  frecce bronzee in Vele al vento e Linee-Forza Ufagrà, ambedue  del 1998.

L’artista comunica stati d’animo diversi, diversi sentimenti, pur negli stilemi ricorrenti sempre.  Comunicare idee in movimento, afferrare per sempre l’essenza della modernità extra temporale, idee di un oltre futuro, di una extra materialità. L’aeropittura futurista, l’ultimo approdo del movimento, è superata pur nella  evidente lezione prampoliana che già sfumava verso la sensibilità extra terrestre con immagini che descrivevano oltre il mistero del volo,  quello dello spazio di un “idealismo cosmico”. Ma ancora oltre vogliono andare le punte come frecce scagliate al Cielo di Antonio Fiore, è un voler arrivare oltre il limite di quelle entità astrali, stelle o luna, che appaiono quasi sempre a delimitarlo, quasi sentimento mistico che ripopola l’universo della sua luna, quella cacciata un secolo prima dal movimento. E’ un ripopolare quel cielo anche di un sentimento religioso come appare esplicitamente in certe opere, quasi a volersi confrontare con un sentimento di spiritualità condivisa.

Anche questo, in fondo, messaggio di infinito.

ANTONIO  FIORE

Dal neofuturismo AGRA’alla cosmopittura.

Mostra a cura di Massimo Duranti in collaborazione con Andrea Baffoni e Francesca Duranti

CERP Centro espositivo Rocca Paolina  fino al 26 agosto 2012

Marilena Badolato             maribell@live.it

AUTHOR - Marilena Badolato