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E TODI SI FA “PIU’ ANTICA”: UMBRIA ANTICA FESTIVAL A TODI DAL 15 AL 17 MARZO 2024.

PER 3 GIORNI dal 15 al 17 marzo, Todi la bella presenterà la sua storia e quella del mondo antico attraverso le più importanti civiltà del passato, dai popoli italici agli Etruschi, dalla Grecia classica a Roma. La Storia attraverso le lezioni dei più importanti studiosi del settore per raccontare e far conoscere le tante sfumature dell’immenso patrimonio storico, artistico e archeologico italiano.

 

 

DOPO aver affrontato i temi dell’Umbria, culla della civiltà italica nella prima edizione- “Dove è nata la nostra storia” e quello del rapporto tra umano e divino dell' Umbria mistica nella seconda edizione – “Uomini e dèi”, per la sua terza edizione il tema trattato sarà “Il cuore verde d’Italia batte al ritmo della storia”, di cui Todi rappresenta la cornice perfetta. Inoltre il festival cambia nome: non più Festival dell’Umbria antica, ma Umbria Antica Festival, perché in questa terza edizione vogliamo che l’Umbria diventi la sede principale in Italia del racconto della storia antica. E “Il cuore verde d’Italia batte al ritmo della storia” vuole rappresentare un battito lento e costante, ma mai fuori tempo pur parlando di epoche passate, perché l’umanità ha affrontato da sempre le stesse sfide universali: guerra e pace, progresso e declino, democrazia e tirannide, vita e morte, piacere e dovere. Questa è la sfida culturale che da tre anni porta avanti Umbria Antica. E la vera ragione per parlare di storia in Umbria è che di tutti i suoi antichi tesori conserva ancora il più prezioso: il valore del tempo”.

 
QUESTO IL PROGRAMMA:
 
Venerdì 15 marzo

17.00 | Inaugurazione Festival – Saluti istituzionali

17.30 | Giovanni BrizziImperium: il potere a Roma

Serata al Teatro Comunale di Todi

21.00 | Umberto Galimberti – L’uomo nell’Età della tecnica

 
 
Sabato 16 marzo

10.00 | Costantino d’Orazio – La sottile linea d’Umbria, tra Antico e Contemporaneo

11.00 | Marcella Frangipane – Un frammento alla volta: ricomporre la Storia dai resti materiali della vita di popoli scomparsi

12.00 | Andrea Carandini – Io, Nerone

dialogo con Nicolò Squartini

17.00 | Arnaldo Marcone – Vespasiano, l’inaspettato salvatore dell’impero

18.00 | Livio Zerbini – Commodo. L’imperatore gladiatore

 
 
Domenica 17 marzo

10.00 Valentino NizzoTuder / Tular: città, persone, confini

11.00 Enrico Zuddas – Il Bellum Perusinum e la colonia di Tuder

12.00 Nicoletta Paolucci – Le cisterne romane di Todi

15.30 | Augusto Ancillotti – Il nome di Todi e il nome del Tevere. Implicazioni culturali

16.30 | Paolo Giulierini – L’Italia prima di Roma: sulle tracce degli antichi popoli italici

17.30 | Nicola Mastronardi – I Sanniti e la nascita di Italia

 

EVENTI COLLATERALI

Fiera del libro | 15-17 marzo

Palazzo del Capitano | Sala delle Pietre

 

Visita guidata alle Cisterne romane | 16 marzo

Una eccezionale opera di architettura idrica databile alla seconda metà del I secolo a.C. e ubicata sotto la piazza principale della città.

 
Visita guidata al Museo Lapidario | 17 marzo

Il Museo Lapidario di Todi conserva una delle più antiche raccolte dell’Umbria.

Situato a pochi metri da Piazza del Popolo e dal Duomo, ha sede nell’antico e suggestivo Monastero delle Lucrezie.

 
Visita guidata al Museo Civico della Città - sezione Archeologica | 17 marzo

Il Museo Civico di Todi, situato nei piani alti dei Palazzi del Capitano e del Popolo, rappresenta un vero viaggio nella storia della città. Nella interessante sezione archeologica, spiccano reperti ceramici, terrecotte, oggetti domestici, monili e bronzi tra i più antichi del territorio. Il pezzo più prezioso è certamente il Marte di Todi, statua bronzea risalente al V secolo a. C. (copia dell’originale, oggi custodito nelle collezioni dei Musei Vaticani a Roma)

 

 

Venerdì 15 marzo.

Alle 17.30, Giovanni Brizzi con la presentazione del suo ultimo lavoro: “Imperium. Il potere a Roma” (Laterza 2024), dove l’autore ripercorre la vicenda di Roma lungo tutto il suo percorso millenario alla luce di concetto fondamentale: quello espresso dalla parola imperium, cioè il rapporto tra il potere nella sua accezione più alta e la sua responsabilità, poiché nel gestire questa gravosa incombenza il potere deve confrontarsi con una serie di doveri. Il libro sarà disponibile per l’acquisto presso Fiera del Libro, allestita nella Sala delle Pietre di Palazzo del Capitano nei giorni del Festival dalla Libreria Ubik di Todi.

 

Alle 21 Umberto Galimberti presenta, al Teatro Comunale, il suo libro “L’uomo nell’Età della tecnica”. La tecnica oggi non è più un mezzo a disposizione dell’uomo, ma è l’ambiente, all’interno del quale anche l’uomo subisce una modificazione. Per cui la domanda non è più: “che cosa possiamo fare noi con la tecnica?”, ma: “che cosa la tecnica può fare di noi?”

 

 

Sabato 16 marzo 2024.

Alle 10, Costantino d’Orazio, nuovo direttore della Galleria nazionale dell’Umbria e dei Musei nazionali di Perugia – Direzione regionale Musei Umbria, con la conferenza “La sottile linea d’Umbria, tra antico e contemporaneo”, ci porterà alla scoperta del patrimonio artistico e archeologico umbro e della sua visione di Museo, all’insegna delle parole chiave di “ricerca”, “accessibilità” e “coinvolgimento”.

 

Alle 11, Marcella Frangipane, archeologa e docente di Preistoria e Protostoria del Vicino e Medio Oriente all’università “La Sapienza” di Roma, con la conferenza “Un frammento alla volta: gli oggetti che raccontano la Storia”. Il “far parlare” i frammenti, i resti materiali che raccontano la storia di antiche civiltà. Gli oggetti hanno un’anima e una storia che passa attraverso le mani degli artigiani che li hanno forgiati e di coloro che li hanno usati. L’archeologia ha il compito di far parlare il tempo attraverso le cose per ricostruire l’impossibile fotografia del passato.

 

Alle 12, Andrea Carandini, archeologo che condusse il celebre scavo sul Palatino che riportò alla luce le tracce della cinta muraria della Roma di Romolo. Carandini, in dialogo con il suo allievo Nicolò Squartini, presenterà il suo ultimo libro: Io, Nerone, (Editori Laterza). Chi era Nerone? Andrea Carandini ne racconta vita e gesta in prima persona, ricostruendo la figura di uno dei più originali e controversi principi di Roma.

 

Alle 17, Arnaldo Marcone, autore del nuovissimo saggio “Vespasiano. L’inaspettato salvatore dell’Impero”(Salerno editore). Nato in un villaggio dell’Alta Sabina da una famiglia estranea alla vita politica romana, Vespasiano riuscì a trarre vantaggio dalle competenze militari di cui diede prova nella guerra di Giudea e con un’attenta strategia si assicurò consensi nell’esercito e in politica. Tra le pagine di questo libro riviviamo le tappe della sua ascesa e la determinazione con la quale elaborò il suo progetto dinastico.

 

Alle 18, Livio Zerbini in “Commodo. L’imperatore gladiatore”, in anteprima assoluta questo suo libro (in uscita prossimamente per Salerno Editrice), una di quelle figure che segnarono negativamente la storia del principato: prepotente, stravagante, crudele.

 

 

Domenica 17 marzo 2024.

Alle 10, Valentino Nizzo, etruscologo, tuderte di nascita e già direttore del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia, ora docente all’Orientale di Napoli in “Tuder/Tular: città, persone, confini”, dedicata allo stretto legame tra la città di Todi e il concetto di “confine”, insito sin nel nome, a partire da quello che racconta l’archeologia tuderte. “Mi sono sempre sentito molto legato al Marte di Todi, rinvenuto non molto lontano dalla mia casa paterna e finito anche lui come me a Roma, tra le opere più ammirate del Museo Gregoriano del Vaticano. Per non parlare del meraviglioso “nicchio” di Todi, l’edicola sacra di epoca Giulio-Claudia ritrovata agli inizi del ‘500 a Pontecuti, non lontano da casa, e finita anch’essa in Vaticano, che mi faceva sognare, perché si favoleggiava della sua connessione con un ipotetico tempio sacro a Tiberino, il dio eponimo del fiume che mi ha sempre incantato per la sinuosità delle sue curve che intravvedevo dalla finestra oltre i campi di girasole”.

 

Alle 11, Enrico Zuddas che nella conferenza “Il Bellum Perusinum e la colonia di Tuder” parlerà della colonia di Tuder in relazione al Bellum Perusinum (41-40 a.C.). Dottore di ricerca in Storia antica, insegna Lettere al liceo “Properzio” di Assisi. Svolge attività di tutorato per le Cattedre di Epigrafia latina e di Storia romana dell’università di Perugia. Responsabile del Gruppo di Perugia per la schedatura del materiale epigrafico di area umbra nella banca dati EDR (Epigraphic Database Roma).

 

Alle 12, Nicoletta Paolucci con una lezione sulle cisterne romane di Todi: due grandi cisterne collocate al di sotto della piazza del Popolo, rispettivamente in corrispondenza del lato est e del lato ovest, costituivano il perno del sistema idrico della città antica ed avevano l’altrettanto importante funzione di sostegno del foro sovrastante. Le cisterne presenti sotto il lato est furono rinvenute nel 1262 in occasione dei lavori della nuova pavimentazione della piazza, come ricordato in una cronaca locale del XVI secolo. Le cisterne del lato ovest sono invece state rintracciate casualmente nel 1996 durante lavori di restauro di un locale commerciale.

 

Alle 15.30, Augusto Ancillotti con la conferenza “Il nome di Todi e il nome del Tevere. Implicazioni culturali”. Ancillotti ha insegnato Glottologia e Linguistica Generale negli Atenei di Milano, Mogadiscio e Perugia, dove è stato anche prorettore e presidente del corso di laurea in Scienze della Comunicazione. Si è occupato di teoria della linguistica genetica e di formazione delle lingue indeuropee (cassitico, trace, umbro) ed è autore di un centinaio di pubblicazioni accademiche fra cui spiccano la completa traduzione commentata delle Tavole Iguvine (Augusto Ancillotti – Romolo Cerri, “Le tavole di Gubbio e la civiltà degli Umbri”, Edizioni Jama 1996), il saggio “E parlano ancora” (Edizioni Jama 2021) e il manuale universitario “Elogio del variabile. Introduzione alla linguistica storica: l’indeuropeistica” (Guerini e Associati 2005).

 

Alle 16.30, Paolo Giulierini, già direttore del museo Archeologico nazionale di Napoli, presenta il suo libro “L’Italia prima di Roma: sulle tracce degli antichi popoli italici” (Rizzoli). Il nostro Paese ci appare il più delle volte come l’erede stretto della civiltà romana. Ma prima ancora siamo stati Italici: in ogni regione la toponomastica, i monumenti, i reperti archeologici, le tradizioni etnografiche, persino le abitudini alimentari e culinarie raccontano la storia di popoli antichi che a partire dall’Età del ferro si sono frequentati, confrontati, scontrati. Celti, Veneti, Liguri, Etruschi, Sardi, Latini, Sanniti, Lucani, Piceni, Campani, Punici, Enotri, Siculi e molti altri hanno lasciato ovunque tracce profonde, preziose per capire com’era l’Italia prima dell’avvento di Roma.

 

Alle 17.30, Nicola Mastronardi chiude la tre giorni di Umbria Antica Festival con “I Sanniti e la nascita di Italia”. Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze – Indirizzo Storico-Internazionale. Membro dell’Accademia dei Georgofili, è studioso delle civiltà semi nomadi dell’Appennino italiano e del Mediterraneo. “Viteliú, il nome della libertà”è stato il suo noto romanzo d’esordio cui seguirà una trilogia sulle guerre sannitiche del IV e III secolo avanti Cristo. “I Figli del Toro” è il primo di questi.

 

 

marilena badolato

 

AUTHOR - Marilena Badolato