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LA CONFRATERNITA DELL’OLIVO E DELL’OLIO DELL’ALTO TEVERE E IL CNR INSIEME PER NUOVE CULTIVAR.

UN NUOVO OLIVO autoctono dell’Altotevere, questo tra gli altri, il progetto della Confraternita dell’Olivo e dell’Olio dell’Alta Valle del Tevere, affinchè il territorio “diventi un distretto di eccellenza nella produzione di olio, grazie alla scoperta di nuove cultivar autoctone” ha affermato il Presidente della Confraternita Sergio Bartoccioni e grazie anche “al salto di qualità tecnologico dei frantoi locali” , ha precisato Saverio Pandolfi dell’Istituto di Bioscienze e Biorisorse del Cnr di Perugia, che ha espresso anche l’aspettativa di "individuare cultivar che possano arricchire il patrimonio umbro in un comprensorio finora meno esplorato dal punto di vista scientifico".

 

 NELLA nuova sede della Confraternita, messa a disposizione dal Comune di Città di Castello, inaugurata nei giorni scorsi presso villa Cappelletti a Garavelle, è stata messa a dimora una nuova pianta di olivo monovarietale dell’Alto Tevere, simbolo dell’attività di ricerca scientifica che verrà sviluppata. Si unisce alle cinque cultivar qui già esistenti e tipiche: la Borgiona di San Leo, la Gentile di Montone, la Bianchella di Umbertide, e ancora la Gentile di Anghiari e la Nostrale di Rigali della quale è stato rinvenuto un esemplare plurisecolare a Pieve de Saddi. Ricordando che questa è area di confine e dal punto di vista climatico ha grandi potenzialità per la produzione di oli eccellenti.

 

CONTINUA quindi, da parte della Confraternita, la promozione dell’olio e dell’olivo della Alta Valle del Tevere, con l’obbiettivo primario del recupero della media collina con la messa a dimora degli olivi autoctoni, secondo le più aggiornate metodiche scientifiche della olivicoltura. Il progetto della ricollocazione dell’olivo nelle colline della Alta Valle del Tevere deve avere come protagonisti tutti gli olivicoltori del settore, per affrontare insieme i problemi inerenti gli olivi e l’olio di questo territorio. Al fine di prevenire il dissesto idrogeologico delle zone collinari, è necessario investire in questa coltura che fa parte della nostra storia millenaria. Il ritorno all’olivicoltura e l’alto valore nutrizionale dell’olio di oliva di qualità è anche una risorsa ricca di potenzialità in campo economico.

 

 

NEL TESTO “Note pratiche per la razionale coltivazione dell’olivo” di Secondo Tonini  edizione del 1933 per i tipi della Cattedra ambulante di Agricoltura per la Provincia di  Perugia, (e nella edizione n.2 ampliata, dello stesso autore,  per l’Ispettorato Agrario Provinciale- Perugia, edita a cura di Tipografia Perugina già Santucci, 1937) tra le varietà  dell’Umbria viene nominata la “Borgiona e sinonimi accertati Morcona e Borsciona”,  diffusa nell’Alta Valle del Tevere,  “ a duplice attitudine, da mensa e da olio, “ specificando che la  sua peculiarità consiste nell’avvertita sensazione di pomodoro che la  rende unica nel panorama umbro, per oli che possono risultare armonici e persistenti ,  specificando che “ sono varietà che, se dove trovansi rispondono bene, potranno essere mantenute e riprodotte.”

 

 

marilena badolato

AUTHOR - Marilena Badolato