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TEATRO MORLACCHI- PERUGIA. SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE: CREDIBILE E UMANA E’ LA FIABA.

SHAKESPEARE C’E’ TUTTO, con il suo gioco favolistico del rovesciamento dei ruoli. Le vicende degli uomini catapultate nel regno del sogno, della fiaba, dell’immaginifico immaginario. I folletti, le fate dei boschi vincono su tutto  rendendo importante, anzi essenziale, il rimaneggiamento degli accadimenti.  Tra dispetti e incontri, tra amanti incompresi, amanti in fuga, amanti non corrisposti, il bosco si fa fitto di equivoci e malintesi, con un re e una regina litigiosi (Titania e  Oberon) e creature magiche che mescolano le carte,  ingredienti ideali per una commedia. Mito, fiaba e quotidianità si intersecano  senza soluzione di continuità e questo porta a riconoscere, all’interno dell’opera, suggestioni che vanno dalle fonti classiche  al patrimonio folklorico inglese delle fate e dei folletti burloni. Persino la natura vive di queste occulte presenze e svia, allontana e  poi ricongiunge i personaggi ed esprime se stessa con i dettami dell’epoca: erbe magiche per magici elisir somministrati durante opportuni addormentamenti “ giorno  gentile, arriva  in fretta…oh, notte infinita, accorcia le tue ore !”

 

MA QUI i travestimenti e gli intrecci della novellistica e della commedia del XVI secolo non sono pretesto scenico, o non solo, ma rivelazione-attenzione alle vicende amorose dei protagonisti che provano sentimenti autentici, capaci di  sfidare anche le convenzioni sociali. Una materia romantica dove gli spunti comici, pur presenti ed esilaranti, rimangono caratteri  e prevalgono in realtà  gli affetti, quelli di sempre. Il sentimento d’amore, universale, ma che non ha mai avuto vita facile.

 

E il linguaggio scespiriano di alta poesia, il fascino della parola musicale e del suono. Maestro del verso, Shakespeare  accompagna il senso veloce e leggero dell’azione con il valore evocativo della parola. Proprio perché la realtà viene assunta in tutta la sua ricchezza polivalente, sentimenti contrastanti possono coesistere nello stesso testo e a volte nello stesso personaggio. E se nel “Sogno” il gusto della conversazione brillante e della schermaglia amorosa percorre tutti i dialoghi, l'autore riesce comunque a far vivere insieme tragico, patetico, comico e a rendere accettabile  e umana la fiaba. E il divertimento è dato dalla arguzia, e dalla comicità e grazia  unite insieme. “L’occhio del poeta, roteando in sublime delirio, / va dal cielo alla terra e dalla terra al cielo, / e mentre la fantasia produce / forme ignote, la sua penna / le incarna, ed all’etereo nulla / dà dimora e nome.”

 

E ANCORA PIU’ il fascino circense del sorriso manifesto e sottinteso, del  gioco che diventa esilarante: basti pensare alla scena del  “muro” che -ahimè pur essendo impersonato da un attore- non può parlare poichè muro è. Anche se la sua presenza è essenziale nello  svolgimento della storia, chè solo dalla sua fessura, illuminata dalla luna,  si potranno scorgere tra loro gli innamorati Piramo e Tisbe, gli sfortunati  protagonisti della storia narrata dagli  “artigiani” per le nozze del Duca (hue!) di Atene:  “da  codesto muro, codesta calcina,  tu muro amico mio… oh dolce luna, fammi vedere dal  tuo raggio abbagliante ”.  E la fondamentale presenza degli artigiani rappresenta il mondo dell’Arte che può avvicinare e mettere in comunicazione gli altri due, quello razionale degli uomini e quello irrazionale del sogno, e farsi portatore di un legame indissolubile tra la vita reale e quella ideale. 

 

Gli innamorati e i pazzi hanno i cervelli in tale ebollizione, / e tanto fervide son le loro fantasie, / che concepiscono più / di quanto il freddo raziocinio mai comprenda. / Il lunatico, l’innamorato e il poeta /sol di fantasie sono composti”. (Teseo)

 

IMPERDIBILE. Spettacolo tra l’onirico, il grottesco, l’esilarante, con un moderno Shakespeare, fuori dagli  schemi e dalle cristallizzazioni della sua epoca come solo il poeta-drammaturgo seicentesco poteva essere, e qui appieno rappresentato con spirito oltremodo giovane, intelligente, creativo da una sorprendente regia e da splendidi attori.

 

UNO SPETTACOLO sul dissidio inevitabile tra ragione e passione, tra realtà e sogno che il teatro può  trasfigurare  ed esplicitare, rendendo manifesti i “segreti del  cuore”.  Un teorema sull’amore e sul nonsense della vita degli uomini che si rincorrono e che si affannano per amarsi, e che riesce quasi a farci credere, almeno per una volta, di poter disporre del filtro fatato di Oberon,  il succo del fiore spremuto sugli occhi, per far innamorare di noi il nostro agognato e segreto amore….

 

 

[…] La lingua di ferro della mezzanotte ha battuto dodici colpi. / Amanti, a letto! È quasi l’ora delle Fate. / Forse domani mattina dormiremo /quanto stanotte abbiam vegliato.

 

 

 

                                                         TEATRO MORLACCHI- PERUGIA

                                                           TSU Stagione di prosa 20182019

 

                                                  SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE

                                                                 di William Shakespeare

 

con Stefano Fresi, Violante Placido, Paolo Ruffini, Augusto Fornari

e con

 i comici (artigiani): Maurizio Lops, Rosario Petix, Dario Tacconelli, Zep Ragone

gli innamorati: Alessandra Ferrara, Antonio Gargiulo, Tiziano Scrocca, Sara Baccarini

la fata: Annalisa Aglioti

 

adattamento e regia: Massimiliano Bruno

 

 

una produzione  Francesco  e Virginia Bellomo  per Corte Arcana

 

www.teatrostabile.umbria.it

 

 

marilena badolato

 

AUTHOR - Marilena Badolato