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ANTEPRIMA PERUGIA1416. UNA GIORNATA DI STUDI A SEICENTO ANNI DALLA MORTE DI BRACCIO FORTEBRACCI: 7 GIUGNO 2024, ORE 17.30. FONDAZIONE PERUGIA-PALAZZO GRAZIANI- CORSO VANNUCCI.

BRACCIO FORTEBRACCI MUORE. e lascia una città, Perugia, che aveva in parte pacificato dalle lotte intestine tra fazioni dei Raspanti e dei Beccherini, avendone ottenuto la signoria il 18 luglio 1416, quando un'assemblea composta di oltre quattrocento cittadini, aveva trasferito al condottiero "plenum et omne dominium… civitatis cum mero et mixto imperio et omnimoda gladii potestate"

 


MUORE presso L’Aquila dove aveva iniziato l'assedio della città che gli oppose una strenua e duratura resistenza. In una battaglia feroce, l’esercito braccesco venne sconfitto e Braccio riportò gravi ferite alla testa (si narra al collo che ricevette un colpo di mazza ferrata) che lo condussero alla morte nella notte fra il 4 e il 5 giugno 1424 e dopo lunga agonia, all’età di cinquantasei anni. Il Papa Colonna fece seppellire il corpo "aperto e male incalcinato" a Roma in luogo sconsacrato dove rimase fino al 1432, quando, grazie al nipote Niccolò della Stella, dal nome della madre sorella prediletta di Braccio, e con il consenso di Eugenio IV, venne trasportato e composto nella chiesa di San Francesco al Prato, dove tuttora si conserva l’urna funeraria, luogo per il quale Braccio aveva una speciale predilezione e che aveva persino fatto restaurare forse per la sua profonda ammirazione per il santo francescano.




ANDREA, DETTO BRACCIO, era nato il 1 luglio del 1368 a Perugia nel Rione di Porta Sant’Angelo, al quale era ascritto il Castello di Montone, “fino al 1280 signoria della famiglia che lì manteneva beni allodiali e preminenza”. La famiglia era perugina, infatti il padre Oddo, al momento della nascita di Andrea, era da tempo cittadino perugino e la madre, Giacoma di Tivieri/Tiberio di Francesco Montemelini, apparteneva a una delle più antiche famiglie di Perugia.




CON LE SUE GESTA tra realtà e leggenda, Braccio seppe crearsi intorno un’aura di timore e rispetto tanto che sulla sua lapide è riportato: “Braccius hic situe est. Queris genus actaque? Utrumque ni teneas, dicto nomine, nhil teneas”. “Qui è sepolto Braccio. Chiedi la sua origine e le sue imprese? Udito il nome, se non sai di entrambe, non sai nulla”.
La sua fama di uomo audace, astuto, ma anche crudele e ambizioso, arrivò persino al Manzoni che nella tragedia “Il conte di Carmagnola” (1816) lo ricorda col verso:
“per tutto ancora con maraviglia e con terror si noma”.

 

 


ESPERTI e STUDIOSI dibatteranno sul condottiero in un appassionante giornata di studi:


Tommaso Di Carpegna Falconieri-Università degli Studi di Urbino

Introduzione e conclusione ai lavori



Filippo Orsini- Archivio storico del Comune di Todi

Braccio e l’ Umbria meridionale



Roberto Lamponi- Università degli Studi di Macerata

Capitano, signore, vicario: Braccio da Montone e la Marca d’ Ancona (1407- 1424)



Filippo D’ Agostinis- studioso

Nuovi documenti su Braccio da Montone: il ritorno a Perugia



Franco Ivan Nucciarelli, già Docente di Iconologia Università degli Studi di Perugia

Stemmi e ritratti di Braccio



Alexio Bachiorri- Compagnia del Grifoncello

Interpretare e raccontar Braccio oggi.



 


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marilena badolato







AUTHOR - Marilena Badolato