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E LA CULTURA NON SI FERMA. LE CERAMICHE UMBRE: IL MUSEO ROMETTI.

LA CERAMICA UMBRA è patrimonio storico, culturale, identitario regionale insieme alle  piccole-medie realtà imprenditoriali dei nostri territori. E ancor più oggi, in questo momento di crisi economica legata all’emergenza Coronavirus, la sua tutela e valorizzazione significa puntare sull’eccellenza artigiana, imprenditoriale, ma anche turistica della nostra regione. Una eccellenza da cui ripartire.

 

AD OGGI in Italia le "Città della Ceramica" riconosciute dal Ministero dello Sviluppo Economico sono 46, dislocate in 15 regioni Italiane. L’Umbria è la seconda regione, con la Sicilia, ad avere il maggior numero di città: cinque quelle riconosciute (Gubbio, Gualdo Tadino, Orvieto, Deruta, Città di Castello), a cui aggiungere Umbertide, la cui domanda è in fase di approvazione.
Città che fanno parte della “Strada della Ceramica in Umbria” che ha lo scopo di intraprendere percorsi di sostegno e rilancio della storica tradizione ceramica della Regione (facebook La Strada della Ceramica in Umbria),  e dell’”Associazione Italiana Città della Ceramica -AICC” che promuove  culturalmente ed economicamente, in Italia ed Europa, le realtà di “affermata tradizione ceramica” individuate dal Mise.

 

UMBERTIDE  vanta le storiche Ceramiche Rometti, azienda che produce opere d'arte in ceramica dal 1927,  e che ha costruito un affascinante percorso museale, Museo Rometti,  con oltre 200 opere, che interpreta e trasmette la memoria e l’identità di una delle principali aziende manifatturiere italiane, e che fa convergere nei suoi spazi ricchi di oggetti d'arte e di design tante altre interessanti attività.

 

UNA LUNGA STORIA ITALIANA, questa di Rometti, progettista d’avanguardia con lavori, tra i più complessi della collezione, che sono ormai oggetti da collezionista. Una piccola selezione di lavori originali è esposta nelle vetrine del secondo piano del Museo, insieme ad alcuni dei cataloghi originali degli anni '30, gli anni d’oro di Rometti. La prima denominazione della manifattura è "Ars Umbra", che raccoglie i lavori prodotti tra il 1927 e il 1928, con la direzione artistica e tecnica di Aspromonte Rometti e con una produzione costituita principalmente da suppellettili e stoviglie in stile Liberty. A partire dal 1928 la direzione artistica della manifattura passa a Dante Baldelli con la  collaborazione di Corrado Cagli e di Mario Di Giacomo. In questi anni la "Rometti" mette a punto uno smalto nero, detto "nero fratta", particolarmente brillante e dagli effetti metallici (alcuni pezzi decorati in nero fratta sono marcati "NF), utilizzato soprattutto per le monocromie di Cagli, di Di Giacomo e di Baldelli. Le creazioni dei tre giovani studenti dell’Accademia d’ Arte di via di Ripetta a Roma, si imposero subito come rivoluzionarie nel panorama manifatturiero nazionale, come oggetti che recavano traccia delle più avanzate tendenze artistiche dell’epoca, in una sintesi formale tra primitivismo, futurismo, razionalismo, art decò e influssi della Bauhaus. Tra alti e bassi, l’azienda sopravviverà poi a tutti i grandi sconvolgimenti sociali e politici del ‘900, continuando a produrre oggetti di qualità eccellente, esposti nel Museo nella sezione dedicata agli anni ’50 e ’60. La svolta arriverà negli anni ’90 quando la Rometti, guidata da Dino Finocchi, riprenderà ad avvalersi delle competenze di artisti esterni come Liliane Lijn, Chantal Thomass, Cèdric Ragot, Jean-Christophe Clair o Ugo la Pietra. E artisti designer come Umberto Raponi e Monica Pioggia che creeranno alla fine degli anni Novanta, per la manifattura "Rometti", alcune tazze da cioccolato presentate alla famosa manifestazione Eurochocolate.

 

L’ATTUALE PROPRIETARIO, Massimo Monini, ha istituito dal 2013 la sezione dedicata al “Premio Rometti” per offrire ogni anno opportunità a nuovi talenti e assicurare all’azienda quel carico di novità di cui si è sempre nutrita, offrendo ai visitatori la possibilità di cogliere le nuove tendenze e raccontare nello stesso tempo l’anima del Museo. E le numerose iniziative didattiche, formative e culturali organizzate sono il frutto della convinzione che il Museo debba rappresentare un fulcro e una risorsa per tutto il territorio,  come un ponte che racconti una storia appassionante e sappia scriverne di nuove.

 

 

#IORESTOACASA

 

marilena badolato

 

AUTHOR - Marilena Badolato