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GARDEN CLUB PERUGIA: UNA FESTA A PALAZZO DELLA CORGNA DI CASTIGLIONE DEL LAGO.

 

E IL PALAZZO SI ANIMA. Quelli che ci hanno appena dato il benvenuto illustrandoci la storia di Castiglione del Lago con il suo magico numero tre ora, indossati costumi secenteschi, diventano attori e musici. E protagonisti di uno spettacolo di vita nobiliare nella Villa “simile a reggia”, nata come luogo di delizie e di svaghi della famiglia dei della Cornia: Fulvio Alessandro e sua moglie Eleonora de Alarcòn y Mendoza che vivono in questa magione ci ricevono, insieme ai loro storici ospiti, in canti e danze e immaginiamo il palazzo circondato da quello splendido giardino terrazzato che l’artista e poeta di corte Cesare Caporali ha descritto nel suo poema “Gli orti di Mecenate”. Una “Divina Villa” sarà questa splendida dimora  per i numerosissimi ospiti che negli anni del dominio dei della Cornia, ben cento, si avvicenderanno in queste stanze.

 

CASTIGLIONE DEL  LAGO  fu progettato tenendo conto della simbologia del numero 3 (il 3 comanda l'universo ed è il numero più magico e potente), secondo una consuetudine diffusa nell'architettura e urbanistica del tempo: tre chiese-La Maddalena, San Domenico e Sant'Agostino-, la rocca del Leone  triangolare, le arterie del borgo ugualmente tre in origine, e tre le porte d'accesso: Porta Perugina che portava al palazzo marchionale e al castello, Porta Senese che conduceva al centro del paese in cui si elevava la Torre del Popolo, originaria sede municipale, e Porta Fiorentina, dal Trasimeno.

 

E LA PICCOLA CHIESA che ancora sopravvive grazie alla Venerabile Confraternita  di san Domenico, e al santo dedicata, conserva  la statua lignea dell’Arcangelo Michele, difensore della cristianità, e il famoso Cristo flagellato che guariva dai mali chi a lui si raccomandava: la cappella del Salvatore, detta anche cimiteriale perché vi venivano tumulati castiglionesi illustri. Tra essi  il poeta bernesco di corte Cesare Caporali (1531-1601) e l'ultimo duca di Castiglione del Lago, Fulvio II Alessandro della Cornia ( 1589-1647). Nella Sacrestia alcuni pregiati  ex voto e anche il famoso reliquiario che narra una storia. La piccola chiesa è infatti significativa per la famiglia della Cornia. Fu infatti costruita per adempiere a una promessa fatta all'immagine di san Domenico di Soriano Calabro dal duca Fulvio Alessandro affinché la moglie guarisse da una grave cancrena al braccio (sono  conservati e visibili gli strumenti che servirono per l'operazione.)

 

NEL PALAZZO ci accolgono otto sale affrescate tra il 1574 ed il 1590 da diversi pittori guidati da Niccolò Circignani, il Pomarancio, con scene che raffigurano le gesta di Ascanio della Cornia e vari temi mitologici e storici. Dalla “Sala di Paride”, dove al  centro della volta è dipinto il Giudizio di Paride mentre quattro stemmi agli angoli risaltano la parentela con illustri casate, alla  “Sala delle gesta di Ascanio”,  le cui vicende politiche e militari sono rappresentate lungo le pareti in sedici finti arazzi,  tra cui spicca la Battaglia  di Lepanto. E ancora  la “Sala di Fetonte” che  rappresenta il mito del figlio di Apollo, la “Sala dell’Eneide” decorata da scene che seguono fedelmente il testo di Virgilio, la “Sala di Cesare” che riporta il mito della romanità, e poi la “Sala degli dei” sovrastata dalla figura di Giove con gli dei dell’Olimpo e i dodici segni zodiacali. La “Sala della battaglia del Trasimeno” caratterizza la  camera di Ascanio II, mentre la “Sala di Plutone e Proserpina” quella di Laura della Cornia, sorella di Ascanio. La “Sala del Mondo alla rovescia”, la “Sala delle arti” e la “Sala delle Metamorfosi”, seppure non incluse nell’attuale percorso museale del Palazzo, svelano l’appartenenza dei nostri protagonisti all’ “Accademia degli Insensati” di Perugia, e spiegano l'origine del significato occulto delle stanze segrete del palazzo castiglionese, dense di enigmi figurativi.

 

OGGI ne riviviamo i fasti nei costumi storici, nelle perle che adornano le acconciature e i capelli delle dame  e nei vestiti dei cavalieri. Persino la  battaglia di Lepanto fa capolino, e duelli guerreschi  e ancora canzoni d’amore eseguite con la  spinetta originale dell’epoca e balli e danze tra affreschi a decorare di bellezza soffitti e pareti e a parlare di stemmi, di araldica e di matrimoni che accasavano famiglie a famiglie accrescendone il blasone. I della Cornia con i Baglioni, e ancora i della Cornia con i della Penna, e con i Colonna.

 

SOGNANDO E IMMAGINANDO gli splendidi giardini terrazzati e digradanti verso il grande lago Trasimeno descritti minuziosamente nelle specie esistenti, nei fiori e nelle rare piante, negli alberi da frutta e quelli "non fructiferi et silvani et peregrini” dal Caporali. Ne Gli Orti di Mecenate, egli infatti celebra le bellezze del giardino: i fiori che compongono quadri raffiguranti i più celebri avvenimenti della storia, i rami che si dispongono in maniera tale da creare mirabili edifici, i famosi splendidi labirinti vegetali.

 

Un brindisi finale per questo pomeriggio d’eccezione. Il vino, servito da Il Cantinone,  non poteva che essere il Divina Villa dell'azienda Duca della Corgna e il rosato La bisbetica di Madrevite,  Gamay del Trasimeno,  per celebrare questo splendido Palazzo che dall’alto di Castiglione guarda il suo lago, tra i più  estesi e belli d’Italia.  

 

 

marilena badolato

 

AUTHOR - Marilena Badolato