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JOSEPH BEUYS: ARTE COME STRUMENTO DI COSCIENZA. UNIVERSITA’ PER STRANIERI- PERUGIA.

E COME L’ARTE, per Joseph Beuys, fosse tutt’uno con la vita. Un’arte antropologica, potremmo definirla. Questo il tema dell’incontro, tra le attività culturali 2023 del Soroptimist International Club di Perugia guidato da Gabriella Agnusdei, che si è tenuto nell’Aula Magna dell’Università per Stranieri. Una giornata di studi per mettere in evidenza la sua personalissima visione dell’arte.



IN PARTICOLARE l’intervento di Francesco Asdrubali, professore ordinario di "Fisica tecnica ambientale" dell'Università per Stranieri di Perugia, ha evidenziato la personalità di questo artista, uno dei più emblematici della seconda metà del Novecento, profondamente legato alla nascita dei movimenti ambientalisti e delle ideologie sostenibili.




TRA gli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80 del Novecento Beuys si è interessato al nascente movimento dei Verdi, forza traspartitica e non ideologizzata. prevalentemente indirizzata ai problemi ambientali ed ecologici e quindi a quella” difesa della Natura”che ha caratterizzato gli ultimi anni dell’attività beuysiana. Negli anni ‘70 con Aktion im Moor (Azione nella palude) prende posizione contro la distruzione dell’equilibrio idrogeologico e l’abbattimento di una area boschiva in Olanda. Nel 1972 a Bolognano, Pescara, dove tornerà moltissime volte negli anni successivi, svolge una serie di attività artistiche tra cui la fondazione dell'Istituto per la Rinascita dell'Agricoltura e la creazione, nel 1984, della "Piantagione Paradise" con la messa a dimora di 7000 piante di specie diverse e rare per il ripristino della biodiversità. A 15 anni di distanza, il 13 maggio 1999 è stata inaugurata a Bolognano la Piazza Joseph Beuys, forse l’unica piazza al mondo costruita appositamente secondo i concetti dell’artista: la Natura e l’Uomo. E’ infatti strutturata ad anfiteatro, guarda la vallata e contiene 4 grandi aiuole a sbalzo – rosmarino (energia), alloro (alterità dell’arte), olivo (calore e produttività), quercia (longevità e forza), che simbolicamente rappresentano i 4 Punti Cardinali insiti nella filosofia beuysiana: Amore CosmicoComunicazioneCreatività-Valori umani.




MA L’OPERA PIU’ GRANDIOSA rimane sicuramente quella in occasione della grande esposizione Documenta nella città tedesca di Kassel nel 1982: 7000 Eichen (7000 querce) un grande triangolo posto davanti al Museo Federiciano composto da 7000 pietre di basalto ognuna delle quali "adottabile" da un potenziale acquirente. Il ricavato della vendita di ogni pietra è servito nel corso degli anni a piantare una quercia. Alla morte di Beuys, avvenuta il 23 gennaio 1986, nell’area di Kassel si contavano già cinquemilacinquecento piante, non solo querce, ma anche frassini, platani, aceri e castagni.




RIPERCORSE anche le tappe fondamentali dell’ambientalismo fino a Greta con i suoi “scioperi del venerdì”, l’attuale attenzione allo sviluppo sostenibile, la focalizzazione di problemi come il buco dell’ozono e l’effetto serra, Greenpeace e la nascita del Club di Roma, il Patto dei Sindaci, la Laudato si’ di Papa Francesco, e l’ “Agenda 2030” con i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU, che rischiamo di non centrare: Sconfiggere la povertà, Sconfiggere la fame, Salute e benessere, Istruzione di qualità, Parità di genere, Acqua pulita e servizi igienico sanitari, Energia pulita e accessibile, Lavoro dignitoso, Imprese innovazione e infrastrutture, Ridurre le disuguaglianze, Città e comunità sostenibili, Consumo e produzione responsabili, Lotta contro il cambiamento climatico, Vita sott’acqua, Vita sulla Terra, Pace, giustizia e istituzioni solide, Partnership per gli obiettivi.



 

NEL 1980 avvenne un importante incontro a Perugia, presso la Rocca Paolina, tra Beuys e Alberto Burri. Le “sei lavagne” realizzate e poi illustrate dall'artista tedesco durante la performance nella Sala Cannoniera, sono oggi in mostra presso il Museo civico di Palazzo della Penna di Perugia. Burri sostituí invece il "Cretto" in ferro che aveva esposto per l'occasione con una imponente scultura nera cinetica: il “Grande Nero”, ancora oggi presente, una sorta di clessidra che segna il tempo all’interno delle infinite volte della cinquecentesca Rocca.



 

 


marilena badolato

AUTHOR - Marilena Badolato