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PASQUA 2021.

QUELLO strano tepore. E il canto degli uccelli, più intenso, ora che è giorno più giorno. Una sensazione “calda” più forte della pandemia che ancora viviamo. Che modifica le nostre uscite, i gesti, i pensieri, le vite strette, costrette. Ma i fiori sbocciano, gli steli dritti al vento, i colori nitidi delle corolle, e si rivelano le siepi, il fogliame, le radici nuove e i frutti che verranno. E quest’aria amica della sera, così avvolgente. Ogni anno l’inverno finisce così, all’improvviso, e anche qui in città porta una luce nuova, uno strano luccichio. E il profumo del verde, che sentiamo malgrado la mascherina.  Perché siamo anche noi Natura che ha voglia di rinascere, di sopravvivere, anche se ancora una volta, quest’anno, non saremo né tersi né nitidi né splendenti. Ma comunque capaci di risalire la ripida collina verso i molti anni che ci aspetteranno. Buona Pasqua.

 

 

GLI UOMINI anche oggi non hanno dimenticato i loro originari legami con il ciclo naturale, che si esplicano sotto forma di elementi culturali allo scopo di far rivivere continuamente in forma simbolica le loro relazioni col mondo.

 

LA primordialità del cibo pasquale benedetto: torta al formaggio, capocollo, uova sode, sale, vino rosso. Grazie a Giuliana Batta e a Don Giacomo della Chiesa di Piscille.

 

 

marilena badolato

AUTHOR - Marilena Badolato