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PICCOLO TEATRO DEGLI INSTABILI- ASSISI: SCACCO PAZZO. UNO “SCACCO MATTO” ALLA NORMALITA’.

INNAMORARSI DELLE FOLLIA, come condizione straordinaria, fuori dai noiosi canoni della normalità. Innamorarsi di pensieri, emozioni, di frasi sconnesse, ma poeticamente fondanti, che fanno vivere una condizione altra, diversa da quel “ volare basso” che il padre raccomandava sempre a Marianna. Un marito con una posizione sicura, una tranquillità economica, un lavoro certo. Quando entra nella vita di Valerio, ne conosce il fratello Antonio e la sua diversità e diventa così affascinate quel perdersi nelle frasi sconnesse (non sempre, chè talvolta Antonio è lucidissimo nel nulla dell’inverosimile). Così attrattivo per chi ha dovuto sempre fare i conti con la piatta realtà. Pazzia come aspirazione all’elevazione dal grigiore quotidiano. Un fidanzato, Valerio, che potenzialmente non dà nulla se non una tranquillità economica e Antonio che invece ti fa volare.

 

“ Beata ebetudine, sola beatitudine”

 

“LEI CERCAVA SOGNO E INNOCENZA. Cuore mansueto e volontà di ferro, che gli uomini mediocri non hanno”. E li trova invece in uno di quelli che nella vita sono i dimenticati dagli altri, sono una “capanna disabitata” dove gli altri non entrano e quando lo fanno, ne escono subito. Proprio come i bambini, che non sono solo esseri da proteggere- "banale, banale" -, ma esseri a cui vanno raccontate storie che li aiutino a crescere. “ Le tracce degli uomini vanno verso tutte le direzioni, ma quasi mai verso la capanna. Quando lo fanno, quelle poche volte, arrivano fino all’uscio e poi tornano indietro…Quando vedi una capanna disabitata, entraci. Potrebbe essere un bambino…Proprio come sono io”

 

ANTONIO, UOMO-BAMBINO, e i suoi giocattoli: la trottola della felicità, il veliero dei sogni, il dinosauro, il pupazzo Boccolo che gli svela la vita, insieme ai grilli parlanti Pacchetto, Ciuffino, Filomeno, e al libro frontespizio, il libro della verità, ma Antonio anche del “prurito al cuore da sanare”. E Antonio che non sa più scrivere e lascia tutte le doppie e scompiglia la vita del fratello Valerio anche quando giocano a scacchi, facendo diventare una partita uno SCACCO PAZZO, buttando all’aria tutti i pezzi del gioco.

 

“ Pomi e pomelli/ sono fratelli/ le arance son rosse/ le fragole han la tosse/ poi c’è la mela/ che canta a squarciagola/ la pera è muta/ il fico starnuta…”

 

LA FOLLIA RIESCE A SUBLIMARSI in qualcosa di straordinariamente eccitante, una emozione da condividere anche nell’inconscio di ciascuno di noi che pesca nelle frasi, nei pensieri che non sembrano poi così folli, ma forse rappresentano quei desideri sepolti da tempo nel profondo. E arrivare sino alla “risata ciclamino”, quella più vera, più gioiosa, fuori da ogni schema. “Marianna, sposa me!” esclama Giovanni nella sua follia lucida. Ha bisogno di lei, esce con lei dalla sua regressione infantile di bambino per riappropriarsi del desiderio che lo fa uomo, ricordando Elisabetta la fidanzata morta. E Marianna cambia, si fa persino bionda per impersonare il ricordo, l’amore scomparso di Antonio, quell’Elisabetta, promessa sposa persa all’improvviso a causa di un incidente in macchina, alla cui guida era Valerio, vicenda dolorosa e origine della sua follia. Marianna è bionda per Antonio e si accorge di piacersi e di piacere. Piace ad Antonio che, in un raptus, preso da lei, la assale e lei, per la prima volta lo teme e ne ha paura e si rende conto che ha agognato, desiderato, amato la Follia. Ora è in pericolo e deve andarsene. Solo così l’equilibrio ritornerà tra quelle mura che hanno imprigionato Antonio per undici lunghi anni e Valerio che ha vissuto solo per lui tutto questo tempo, una routine malata che permette loro di sopravvivere. Tutto torna come prima nei travestimenti di Valerio che impersona tutti i componenti della famiglia ormai scomparsi, cercando di scacciare i propri sensi di colpa per quel maledetto incidente. Così tra parrucche e abiti femminili e cappelli maschili, continuerà questa esistenza “distorta”.  

 

Antonio: “Oh!”. Valerio: “ Eh? Che cosa? Cosa c’è?”. “ Antonio: “ Ho sentito un lamento”. Valerio: “Dove?”. Antonio ” Nel mio cuore (Si guarda il petto sotto la camicia). Deve esserci qualcuno nascosto dentro. Un sepolto vivo. Pronto? Pronto? Pronto? Pronto?”. E le luci si abbassano.

 

Una pièce teatrale tra emozione e tristezza, pathos e sorriso, mai così profondamente umana.

 

“ Giuro, giuro/ sul tamburo/ chi tradisce/ muore tra le bisce.”  

 

 

                                                    PICCOLO TEATRO DEGLI INSTABILI- ASSISI

                                                                                   SCACCO PAZZO

                                                                             Di Vittorio Franceschi

                                                  Con Paolo Triestino, Nicola Pistoia, Elisabetta de Vito

                                                    Organizzazione e distribuzione Razmataz Spettacoli

 

 

Ultimo spettacolo della Stagione teatrale 2014-2015. Grazie alla famiglia Angeletti.

 

marilena badolato    mribell@live.it

 

AUTHOR - Marilena Badolato