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PIETRO VANNUCCI, ILPERUGINO, UNA STAR DEL PENNELLO. 70 OPERE IN MOSTRA PRESSO LA GALLERIA NAZIONALE DELL’UMBRIA PER I 500 ANNI DALLA MORTE.

UNA STAR DEL PENNELLO, il Maestro Pietro Perugino, con successi all’attivo tra Umbria, Firenze e Roma. Con una grande mostra di una settantina di opere presso la Galleria Nazionale dell’Umbria, sono iniziate le celebrazioni per il quinto centenario della sua morte. La mostra, che comprende il periodo giovanile tra il 1470 e il 1504, il migliore a detta dei critici, si protrarrà per tre mesi fino all’11 giugno 2023. In sale arricchite dai colori del Rinascimento, da quei paesaggi così luminosi dove eccelse la sua arte.

 

IL PERUGINO, tra certezze e nuove intuizioni. Sicuramente uno dei maggiori maestri del suo tempo e, dopo il cantiere della Cappella Sistina, in assoluto il più quotato. L’intuizione di un nuovo autoritratto, il terzo, attribuito a Raffaello e invece del Perugino che lì rappresentato aveva circa 45 anni, con l'attribuzione individuta da Marco Pierini, direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria. Un’opera giunta in prestito dagli Uffizi.

 

IN QUESTO PERIODO gli artisti tra Umbria, Marche e Toscana cercano una strada nuova, una lingua di emozioni e sentimenti che nessuno saprà interpretare meglio di Raffaello. Ma ad aprire questa strada, ad ispirarla fu proprio il Perugino, protagonista di uno dei momenti più alti nella storia dell’arte rinascimentale. “ Perugino prende da un grande che è Piero della Francesca, e porta verso un artista altrettanto grande, che è Raffaello. È il ponte tra queste due grandi personalità del Rinascimento”, evidenzia il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi intervenendo a Perugia all'inaugurazione della mostra

 

PERUGINO seppe creare un linguaggio nazionale, da cui derivò una sorta di “manierismo peruginesco” che determinò la sua fortuna italiana. E il suo orizzonte si spostò presto a Firenze, nella bottega di Andrea del Verrocchio, a quel tempo frequentata dai talenti di Leonardo, Botticelli e Ghirlandaio. Da questo prestigioso apprendistato acquisì quell’invidiabile scioltezza del disegno che sarà poi alla base della sua arte. A Firenze era inoltre possibile ammirare i capolavori dei più celebrati maestri fiamminghi che ritroviamo specialmente nei suoi paesaggi luminosi e smaltati. E l’incontro con il grande Piero della Francesca gli trasmise un misurato senso compositivo e una perfetta competenza prospettica. Nel 1481 fu chiamato a dirigere, insieme ad altri artisti, la decorazione della Cappella Sistina, un’impresa che segnerà un punto di svolta decisivo per la sua carriera e che lo porterà a godere per almeno due decenni di un successo incontrastato e ad attirare commissioni da ogni parte d’Italia, al punto da tenere ben due botteghe a Firenze e a Perugia. E qu emergerà il genio precoce del giovane Raffaello.

 

ED E’ TORNATO A CASA ANCHE LO SPOSALIZIO DELLA VERGINE, uno dei momenti centrali della rassegna e l’apice della carriera dell’artista. Per la prima volta, dopo duecento anni, il capolavoro del Perugino sottratto nel 1798, è tornato nella sua città. Conservato al Musée des Beaux-Arts di Caen in Francia, è temporaneamente a Perugia in occasione appunto della mostra Il meglio maestro d’Italia. Perugino nel suo tempo, a cura di Marco Pierini, direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria e di Veruska Picchiarelli, conservatrice del museo. Venne sequestrato nel 1798 dalle armate francesi di Napoleone Bonaparte che lo portarono via dalla Cattedrale di Perugia dove era collocato fin dalla sua creazione nel 1504. L’opera aveva un legame particolare con il Duomo perugino, dal momento che qui è conservato quello che secondo la tradizione è l’anello nuziale della Vergine che, in via straordinaria per una giornata, è stato esposto al pubblico. “L’opera religiosa più importante realizzata per la sua città di adozione”, ha spiegato Veruska Picchiarelli, curatrice della mostra. “Il Perugino è uno dei migliori disegnatori dell’ intera storia dell’ arte, è stato il padre nobile del classicismo. Gli elementi del suo linguaggio sono una conquista personale che tende all’ armonia e all’ equilibrio”.

 

 

 

Nel Perugino […] semplicemente non c'è tenebra, nessun errore. Qualsiasi colore risulta seducente, e tutto lo spazio è luce. Il mondo, l'universo appare divino: ogni tristezza rientra nell'armonia generale; ogni malinconia, nella pace. (John Ruskin, scrittore, poeta, pittore e critico d’arte britannico, Ariadne fiorentina, 1867)

 

 

 

marilena badolato

AUTHOR - Marilena Badolato