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TEATRO CUCINELLI SOLOMEO: SE LA PASSIONE CONFORMA LA VITA. “LA PAZZIA DI ORLANDO” DEI “FIGLI D’ARTE CUTICCHIO”, PUPI E PUPARI DI SICILIA.

PUPI E PUPARI ED E’ SUBITO SICILIA, negli occhi, nella mente, nel cuore. In questa serata tutta siciliana, qui al teatro Cucinelli di Solomeo, è in scena la vera e storica arte dei pupari della famiglia Cuticcho , i “Figli d’Arte Cuticchio”, che ancora sopravvive alle mode, alle tecnologie, con la maestria di mani che muovono fili e bastoni, l’incanto della voce modulata, di gola o di petto, per le diverse intonazioni, per i diversi personaggi. I canovacci antichi, le storie tenute a memoria, i miti rivivono mescolati a incursioni con i protagonisti dell’oggi, con battute e intercalari moderni, insieme a frasi di netta e antica flessione della tradizione dei “cuntisti” siciliani, i narratori. Negli anni settanta Mimmo Cuticchio, erede di una delle più antiche famiglie dell’ “Opra” palermitana, apre il teatro di via Bara dell’Olivella a Palermo, dove ricrea l’arte dei pupi e quella del cunto: le storie dei paladini rivivono nel racconto fatto da un solo attore, attraverso il suo lavoro fisico e vocale. Salda l’esperienza di famiglia con la innovativa ricerca teatrale di quegli anni, collaborando all’International School of Theatre Anthropology e con accademie e università italiane ed estere, grazie all’utilizzo sia della tradizionale tecnica del cunto sia di quella “manovra a vista” che crea ancora più emozione e stupore nella spettatore che assiste alla performance di questo straordinario interprete.

 

LE GESTA DEI PALADINI, quelle che un tempo facevano sgranare gli occhi per lo stupore e la meraviglia, chè il mito conteneva l’incanto dell’impossibile, oggi, che più nulla ci stupisce, regalano non certo l’incanto della storia, ma quello della maestria della tecnica, della voce del cunto, delle movenze dei pupi che, con il procedere della narrazione, sembrano prendere le redini dei fili e vivere di vita propria, creando in noi spettatori una affascinazione stupita. Ne” La pazzia di Orlando” i pupi, agili e snodabili, si scontrano in battaglie cruente, cadono a pezzi  sezionati a metà, mozzano teste con le scimitarre, ma subito dopo, cambiando i tanti sipari pinti di scene di fiaba e al suono del piccolo piano a cilindro, entrano i sentimenti universali, la pena d’Orlando che sa, che vede incisi negli alberi del bosco i cuori intrecciati di Angelica e Medoro e, intuendone l’innamoramento, impreca e si spoglia di tutto e volano sopra il palcoscenico corazze, elmi piumati, scudi, spade e colorate vesti in una iconoclastica sfida verso sè stesso, iroso verso chi vittorioso in battaglia, si sente caduto vittima invece di un sentimento  più forte e potente della spada. Orlando è pazzo d’amore e combatte contro un nemico invisibile. Così il paladino diventa “umana vittima” di quel sentimento che accomuna tutti i popoli del mondo e di cui non si può fare a meno. E Astolfo, che qui rappresenta il tema dell’amicizia vera, con il dolore per quest’amico “perso” dietro a un infelice amore, sfiderà gli eventi, quei” castelli dell’ospitalità”, che in realtà sono “castelli dell’inganno” e della bugia, che invitano a fermarsi, riposare tra agi e mollezze, e desistere dai propri scopi e dimenticare, che poi si scopriranno abitati da malefici maghi, draghi e giganti da affrontare in duello. E volerà in groppa a una strana creatura, il bellissimo “pupo ippogrifo”, sulla luna, il luogo degli innamorati, l’astro che ha sempre esercitato il suo fascino sugli uomini, dove si trova il senno di Orlando per riportarlo all’amico, aiutato nell’impresa da San Giovanni che conosce già tutta la storia perché -commenta il cunto- “ ai santi non si può nascondere nulla”.

 

LA SCUOLA DEI PUPI DELLA FAMIGLIA CUTICCHIO E’ DA SOLA UNA SPLENDIDA STORIA: 700 pupi storici tra pupi di farsa, paladini, saraceni, animali, ricambi vari, e 400 pupi moderni per le nuove storie di attualità, con una cura dei particolari straordinari: alti circa un metro, con visi e corpi in legno finemente intagliati e dipinti con straordinaria perizia, articolazioni snodate, raffinati costumi e lucenti corazze metalliche, con vesti realizzate per anni dalla mamma di Mimmo, Pina Patti Cuticchio, che dal 1973, anno in cui il figlio Mimmo costituisce la Compagnia Figli d'Arte Cuticchio, ha collaborato ininterrottamente alle rappresentazioni realizzando cartelloni, scene, costumi, sia per gli spettacoli tradizionali sia per quelli nuovi fino allo scorso anno.

 

SE LA PASSIONE CONFORMA LA VITA, questa di Mimmo Cuticchio appare quella di un novello paladino di una tecnica che è diventata scuola, che ha avuto il coraggio di sopravvivere in una città difficile come Palermo, insegnando anche il bello di un’ arte antica, che continua una tradizione familiare con figli, nipoti e giovani collaboratori che seguono questo mondo così lontano da quello dell’era della globalizzazione e dei computer che certo useranno, ma forse con quella dovuta distanza creata dalla dimestichezza col sogno, che li renderà sempre “liberi” dal frustrante eccesso dell’uso smodato della tecnologia. Un anello importante di collegamento tra la capacità di trasmettere l’utopia e la realtà dell’oggi.

 

On May 18, 2001 UNESCO recognized the “Opera dei Pupi Siciliani” Intangible Heritage as “Masterpiece of the Oral and Intangible Heritage of Humanity”.

 

 

                                                                       TEATRO CUCINELLI- SOLOMEO STAGIONE DI PROSA 2014-2015
                                                           FIGLI D’ARTE CUTICCHIO: LA PAZZIA DI ORLANDO- DA ANTICHI CANOVACCI

ADATTAMENTO SCENICO E REGIA DI MIMMMO CUTICCHIO
PUPARI: MIMMO, GIACOMO E NINO CUTICCHIO
MUSICHE: TIZIANA CUTICCHIO AL TRADIZIONALE PIANINO A CILINDRO
AIUTANTE DI PALCOSCENICO: TANIA GIORDANO

 

marilena badolato   7 novembre 2014    foto di marilena badolato

AUTHOR - Marilena Badolato