UNA NUOVA SALA PER I BRONZI ETRUSCHI DI SAN MARIANO DI CORCIANO: MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DELL’UMBRIA
I BRONZI INCANTANO nella loro antica bellezza e stupiscono per la maestria, la grazia, la precisione dei particolari fantastici. Teste d’animale, tori, leoni, serpenti, leopardi, ma anche minotauri o grifoni e pesci e guizzanti delfini e tutto il bestiario caro agli Etruschi uomini di terra e di mare. Animali spesso rappresentati di profilo, definiti da linee nette di contorno e da diversi particolari anche aggressivi, chè dovevano difendere il defunto nell’oltretomba. E visi dai tratti orientaleggianti, e le suppellettili più domestiche che guerresche, a dimostrare il grande interesse degli Etruschi verso i banchetti, quella raffinatezza che li portava ad abbinare gli ingredienti e a servire i piatti con quella cura che mettevano nel realizzarli: piatti da portata a forma di pesce, bracieri in bronzo per cuocere e tenere la carne in caldo, sorretti da treppiedi di zampe leonine, meravigliosi e costosi servizi per consumare il vino. Ed ecco proprio un prototipo di “ barbecue” una grande ciotola per cuocere la carne, favolosamente attuale e reale davanti a noi e risalente al 530 circa prima di Cristo. E carri da parata istoriati a sbalzo di bronzi laminati i cui frammenti testimoniano la ricchezza iconografica e i temi ricorrenti e la testa di leone quasi ovunque a indicare forza e possenza. Qualche pezzo brilla per i colori conservati e ancora più d’emozione è la testa d’aquila, l’occhio vivo, rapace, di indomita fermezza e sicurezza, animale sacro agli dei e da loro destinato ad inviare messaggi straordinari agli uomini. E gli Etruschi erano maestri nell’interpretazione dei messaggi, dei simboli, dell’aldilà, di tutto quello che era extrasensoriale e legato alla sfera interpretativa.
15 VETRINE CON 180 PEZZI di varia natura e di rara bellezza, dotate di tecnologia autoilluminante che risplende i reperti e ci fa apprezzare, con brividi, la particolarità di ogni frammento, la pregevolissima qualità di questa bronzistica arcaica etrusca. Il complesso di materiali, 275 pezzi databili tra il 560 e il 500 a.C e rinvenuti casualmente nell’aprile del 1812 nel territorio di Corciano, in parte smembrato e conservato in vari musei europei di Monaco, di Parigi, di Londra, fu interpretato dal professor Vermiglioli, direttore del Museo di Perugia, dapprima in modo sommario: “ trattasi di oggetti malmenati dal tempo e dal terreno, inutili alla ricerca dell’arte” scriverà nella sua relazione forse per sottrarre i reperti alle mire francesi, e più tardi invece con un intervento accurato lo stesso Vermiglioli classificava la zona come sepoltura di un principe etrusco, esaltando la presenza anche di sontuosi carri di cui si possono ammirare oggi i numerosi frammenti decorativi.
Una nuova, intera Sala allestita al MANU, Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria, con i bronzi etruschi di San Mariano di Corciano, collezione resa fruibile grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia
marilena badolato foto di marilena badolato 16 gennaio 2015