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ECCO LA SANTA CHE VIENE: LA BEATA COLOMBA E IL SUO MONASTERO DI CORSO GARIBALDI A PERUGIA.

 

ECCO LA SANTA, ECCO LA SANTA CHE VIENE, si esclamava oltre 500 anni fa nella Perugia medievale all’apparire della Terziaria domenicana Colomba, che riusciva a dare preziosi consigli su eventi cittadini: una predicatrice di pace al tempo in cui la città era palcoscenico delle lotte intestine tra le famiglie rivali degli Oddi e dei Baglioni che si contendevano l’egemonia politica. E di Atalanta Baglioni, Colomba rimase sempre il consigliere spirituale. E rivivono, dove un tempo era la sua cella, anche le reliquie, gli oggetti appartenuti alla Beata che parlano di un’ epoca così lontana da destare meraviglia in quella oggettistica così reale e perfettamente conservata tra ruvidi cilici e cinture di ferro  indossati per penitenza, il bastone e il cappello utilizzati per il lungo cammino da Rieti a Perugia, le vesti per le laboriose vestizioni,  il "sermonario" e i "ceri arsi al suo funere". E accanto  sopra l’altare, la  preziosa reliquia del mezzo cranio della Beata, ancora perfettamente conservato.

 

NELLA LUNGA AGONIA DELLA PREMATURA MORTE, chiedeva di essere fatta più bella per lo sposo che stava per incontrare e per compiacerla le consorelle rinnovavano ogni giorno quella ghirlanda “de rose e fiore”. E tutte le giovani fanciulle, le nobili che avevano raggiunto quel convento di Porta Sant’Angelo, ancora oggi così caro al cuore dei perugini, afflitte piangevano al suo capezzale, ma lei  le consolava dicendo: ..congaudete conmeco e facete festa, perché io vado nelle nocce celeste al mio desideratissimo sposo…anchora menate el ballo e sonate, preparate li fiore e stipateme de rose e allegateme le girlande, faceteme bella, presentateme spetiosa nel cospecto d’esso pulcherrimo sposo..” E chiese di essere sepolta a San Domenico accanto a  quella  Santa Caterina  che lei tanto aveva seguito come esempio. Così nella mezzanotte del giorno 20 maggio 1501, vegliata dal suo confessore Fra’ Michele e dalla consorelle della  Penitenza,  avvenne “il transito”. attorniata da “rose rubente”, da incenso e profumo. E la prepararono e le tolsero le” doi catenule de ferro che dal collo le pendevano a traverso al  petto” e aprirono il “ ferro che cingeva le reni” e “ ognuno stupia della sua tollerantia e perseverantia de rigore e la profumarono con le acque odoriferi”…Le posero nelle mani la croce e il giglio e nel capo una ghirlanda di rose e la vestirono con le bianche lane della Penitenza ...La mattina seguente tutto il Clero fu in processione con i ceri accesi, seguito dalle suore, dai  Magistrati, da Primati (i Baglioni), dal  Collegio dei dottori e dalla folla dei cittadini, per accompagnare il feretro a San Domenico nella cappella di Santa Caterina da Siena come Lei aveva richiesto. E fino al quarto giorno dopo la morte non si potè procedere alla sepoltura per la grande quantità di gente che accorreva da ogni parte a toccare e pregare la santa, prendere i petali di rose che la cospargevano come reliquie…(Angeli Sebastiano. Vita della b. Colomba da Rieti di Sebastiano Angeli perugino, ms. 244, del XVI secolo, noto come Legenda Volgare, conservato nella Biblioteca Augusta di Perugia)

 

IN  OCCASIONE DEL  dies natalis della Beata Colomba, si sono aperte al pubblico le porte del suo Monastero Domenicano del Terz’Ordine, in Corso Garibaldi, che fu chiamato delle Colombe, le fanciulle nobili che fuggivano dalle famiglie e da matrimoni imposti per abbracciare la vita monastica.  Di Colomba il prossimo anno ricorrono i 550 anni dalla nascita, con l’obiettivo comune di ottenere la sua santificazione, unica Beata che la chiesa perugina  può vantare.

 

 

marilena badolato

 

 

AUTHOR - Marilena Badolato