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31 Dic LE PINOCCATE PERUGINE: UN NATALE DI ZUCCHERO E PINOLI.

DI PREZIOSO zucchero e ancor più preziosi semi, i pinoli, ritenuti afrodisiaci per forma e dolcezza della lattescenza, le pinoccate, dalla simbologia beneaugurante e dal colore virginale, erano presenti durante gli antichi sponsali nobiliari. E la forma a losanga ne rivela la natura di “dolce da lancio”, golosità che venivano realmente lanciate in occasione delle grandi feste e nei “tornei d’arme” di epoche lontane. Le nostre pinoccate indicano, nel nome, la natura dell’ingrediente base –il pinolo-un tempo chiamato anche pinocco (lo troviamo così citato in Domenico di Giovanni Burchiello e persino in Gabriele D’Annunzio), da non confondere, a Perugia, con le pinolate, deliziosi “amaretti” cosparsi di pinoli. Del resto il Pinus pinea, pianta affascinante per l’irresistibile acre odore della resina, quell’inimitabile profumo degli aghi sparsi sulla terra bagnata e grandemente…

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29 Dic AI NOSTRI BAMBINI DI NORCIA.

AI BAMBINI DI NORCIA che vedranno tanti alberi di Natale, ma nessuno di essi è il loro albero, che hanno avuto tanti doni, ma non quelli che avevano chiesto a Gesù Bambino, che hanno persino il presepe, ma fatto con i detriti della loro casa. A questi bambini divenuti improvvisamente grandi, così grandi che chiediamo loro di capire, spero che arrivi in dono la fantasia e il sogno, di cui per natura sono capaci. Di poter vedere oltre, di poter costruire con  la mente la città che non c’è, la casa che non c’è, il  futuro che per ora non  c’è. Ai genitori e ai nonni, che abbiamo visto piangere in quel giorno in cui persino gli uccelli del cielo scappavano via impazziti, che sappiano  donare ai loro bimbi e…

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23 Dic BUON NATALE PERUGIA.

Quand’era dunque Epifania- tirasse la tramontana o nevicasse- quegli uomini d’allora salivano al convento di Monteripido  per vedere il presepe, che proprio in quel giorno era più bello, essendo finalmente arrivati i Re Magi ed i cammelli.  Lungo l’erta, silenziosa salita lastricata e con i cipressi ai lati, incontravano le contadine lì convenute a vendere le “spuntature”, vale a dire ramoscelli di olivo: e, specie le donne e le ragazze, per pochi soldi, di quei ramoscelli ne acquistavano qualcuno.  Con quel ramoscello benedetto amorosamente stretto nella mano, e presso il petto, dopo aver stupefatte ammirato il presepe e anche pregato, correvano a casa- il buio era ormai disceso ed il freddo  s’era fatto ancor più intenso- per chiedere lumi al fuoco ed all’olivo, per cercare un calore nuovo. E sì,…

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